“Abitare nel Feltrino significa essere a quattro passi dalle prime linee, dai luoghi dove si affrontarono sanguinosamente uomini di tutt’Europa. Qui, sulle balze e sui crinali che conducono al Monte Grappa, tutto parla della guerra di 80 anni fa. Ovunque si sviluppano sistemi di trincee, camminamenti e gallerie; ad ogni angolo parte una mulattiera, un sentiero che fu calcato da migliaia di soldati” Tratto da “Itinerari tra uomini, fatti e luoghi dell’anno della fame 1917-1918” Marco Rech, 1998
“Venne la neve, montagne di neve, e gli uomini di tutti e due gli schieramenti, annidati a quell’altitudine, cominciarono a soffrire il freddo intenso, ad ammalarsi e a congelarsi, mentre la guerra ristagnava” Tratto da “ Il Bosco degli Eroi , Arte, Natura e Storia sul campo di battaglia” Marco Rech e Serena Turrin, 2019
Partendo da località Pont de la Stua, si affrontano gli 800 mt di dislivello, passando sul retro del monte Zoc, per raggiungere infine Casera Spinoncia, a due passi dalla pianura, un territorio molto impervio e, proprio per questo, ancora piuttosto integro, dalle caratteristiche marcatamente montane, con scorci spettacolari.
Luoghi protagonisti degli eventi bellici, sia dal punto di vista tecnico, strategico, che umano; ricordando le sofferenze ed i disagi subiti dagli eserciti di ambo le parti, dalla popolazione, costretta al profugato, e dal paese stesso che, con le sue frazioni, andò quasi completamente distrutto.
Il tutto è reso ulteriormente vivo ed emotivamente partecipato dal fatto di trovarsi lì, “sulle balze e sui crinali”, dove la storia parla.
Lungo il percorso si avrà modo anche di notare numerosi reperti e gallerie, che sono state scavate dagli eserciti per ripararsi dai bombardamenti, ed i pochi resti della teleferica che collegava i versanti per rifornire i battaglioni di provviste ed armamenti.
Interessanti anche gli aspetti naturalistici del percorso, grazie alla presenza di flora rara e protetta come il tasso, albero tipico dei luoghi chiusi e dal cui legno si ricavavano gli archi, della primula “Orecchia d’orso”, endemica delle rupi ombrose o del raponzolo di roccia, tipico di altitudini maggiori.
Gli escursionisti in questo giro, avranno la prova del fatto che nostro territorio ha tutte le carte in regola per accogliere un turismo slow, educato, rispettoso dell’ambiente e desideroso di conoscere i vari aspetti dei luoghi visitati.