ELVIO MENEGHETTI, un cantore dell’esistenza
Elvio Meneghetti incarna per antonomasia la tradizione della pittura veneta, infatti una lunga carriera, lo ha portato ad avvicinarsi alle modalità espressive del tardo Ottocento, con particolare riferimento al maestro bellunese Luigi Cima e al suo allievo Teodoro Licini. Meneghetti ha saputo cogliere dai suoi mentors artistici l’ispirazione per elaborare un proprio percorso che si è concentrato su alcune tematiche specifiche: arte sacra, ritratti, nature morte, paesaggi. In questo viaggio di conoscenza, durato tutta la vita, il pittore si è rinforzato ed ha acquisito padronanza delle tecniche, approdando ad uno stile tutto personale fondato su luce e colore. La lettura della realtà viene filtrata da Meneghetti attraverso l’interpretazione simbiotica delle emozioni, al punto che, in ogni singola immagine, si percepisce un rapporto fortemente empatico con la natura e con la vita. Fin dagli esordi, il pittore ha evocato le immagini trasferendo sulle superfici le proprie sensazioni ed esperienze individuali, in modo da immedesimarsi totalmente nella rappresentazione con indiscutibile abilità. Se le raffigurazioni a tema sacro appaiono influenzate dai modelli della tradizione, nei paesaggi si nota invece una libertà interpretativa senza condizionamenti, intrisa di commozione e di amore per la natura. Nei ritratti l’abilità tecnica si traduce in una prassi esecutiva che risulta rigorosa per far affiorare aspetti caratteriali oltre che fisionomici, dettati da una approfondita conoscenza dell’uomo. Non si tratta quindi di mere riproduzioni fotografiche, bensì di opere che rivelano una ricercata corrispondenza entro al vissuto individuale. La vivacità dello sguardo cattura l’attenzione e concorre a stabilire quel contatto visivo che regola la forza delle emozioni e stabilisce un travaso di sensazioni. E proprio su questo aspetto relazionale si sostanzia la ricerca di Meneghetti, ovvero nella capacità di trasformare il flusso degli stati d’animo in un racconto comprensibile a tutti. La narrazione prende una forma particolarmente compiuta nella trascrizione paesaggistica, dove ricordi e percezioni soggettive danno vita a veri e intensi momenti di interpretazione della realtà. La vista si posa sulle montagne, sui declivi erbosi, sulle piazze e le case, sulla vegetazione, sulle terre coltivate, su un patrimonio rivisitato in diverse situazioni atmosferiche e stagionali. L’armonia cromatica esalta le forme e la luce suggerisce dettagli che testimoniano la volontà di fermare sulla superficie pittorica un patrimonio immaginifico, quasi per il timore che si trasformi e muti troppo velocemente. La materia pittorica mantiene una certa fisicità, a suggellare, se mai ve ne fosse bisogno, un legame strettissimo con l’ambiente, basato sull’amore e sul rispetto. I paesaggi colmi di luce amplificano la narrazione del reale, mettono in relazione l’esperito con l’immaginato, creano un equilibrio armonioso di sensazioni cromatiche e spaziali che si adattano, di volta in volta, alle situazioni raffigurate. Meneghetti può essere definito un cantore della Natura che, attraverso la sua lirica interpretazione pittorica, rinnova ancora una volta la magia dell’esistenza e della sua misteriosa forza generatrice. Antonella Alban
A fine dicembre 2018 la Pro Loco ha organizzato ed allestito una prima personale dell’artista, presso la sala cosigliare del municipio di Alano, raccogliendo varie opere anche da collezioni private.